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Concorso Nuovi Segni, tra i progetti selezionati: installazione Recycle-net, zattere urbane metamorfiche (2003)


progetto esposto Artandgallery Milano e Fondazione Pistoletto Biella

Nato nel 1999, Nuovi Segni è il concorso ideato e indetto dal Gruppo Il Sole 24 ORE per valorizzare e premiare il talento dei giovani creativi nel campo dell'architettura, del design e delle arti visive. il concorso si focalizza sull'Arte nella Comunità e Committenza Pubblica. 

Ai concorrenti è stato chiesto di elaborare un progetto artistico rivolto al territorio e alla comunità. Un concorso di idee teso ad acquisire indicazioni e proposte concettuali/progettuali di carattere generale e preliminari a una specifica scelta progettuale. Una riflessione che abbia come substrato le relazioni interculturali che l'arte può oggi produrre come strumento di allargamento della conoscenza sulle dinamiche nel mondo e come pratica capace di rendere visibili ed eventualmente di stimolare forme di vita e comportamenti altrimenti occultati o marginali. Ogni anno una giuria selezionata sceglie i dieci migliori progetti per il 2003:

Stefano Boeri, architetto, presidente della Giuria
Salvatore Carrubba -
Assessore alla Cultura e Musei del Comune di Milano
Anna Detheridge
, giornalista, Il Sole 24 ORE
Alberto Garutti, artista, docente all'Accademia di Brera
Hans Ulrich Obrist, critico, curatore del Museo di Arte Moderna di Parigi
Roemer van Toorn, Critico d'architettura, fotografo e Capo del dipartimento di Teoria, Storia e Filosofia dell'Università Berlage di Rotterdam.
Angela Vettese - Direttore Corso di Laurea Arti Visive FDA, IUAV Venezia
Michele Trimarchi - Professore di Politiche della Cultura, IULM di Milano


Recycle-NET, Zattere urbane metamorfiche

I nuclei riciclanti osservanti restano in penombra, irriconoscibili dentro il tessuto urbano. Dispersi e frammentati nel complesso quotidiano delle abitazioni. Anche le stesse aree destinate alla raccolta differenziata appaiono sospese, sfocate sotto l’incertezza dei propri segni. Le zattere urbane metamorfiche rompono questo schema, introducono l’incontro e la partenza, si muovono e rivelano. Scuotono il nostro senso critico, ci sorprendono. Pensate come vere e proprie zattere migranti hanno una forma progettata per occupare al massimo 2 aree parcheggio. Portano con sé due contenitori: Lariaelacqua e Laterraeilfuoco. Essi sono un installazione interattiva; per mostrare la loro vera forma devono essere riempiti di materiali differenziati. In un mondo che non considera ancora tali scarti una risorsa l’oggetto/contenitore si presenta proprio come uno di essi. Uno scarto dalla morfologia e natura indefinite. E’ con il tempo e la costanza degli utenti-area che la zattera modifica il suo carico. Aumentando il peso dei materiali raccolti all’interno si modificano i profili degli oggetti, si definisce via via una sorprendente metamorfosi. Lariaelacqua e Laterraeilfuoco prendono forma. Si instaura così tra gli utenti-area un gioco di condivisione, di complicità insolite, di cambiamenti. Le telecamere installate nelle zattere registrano e riproducono giornalmente gli istanti del cambiamento (immagini/suoni) dei due oggetti, trasmettendoli all’esterno attraverso schermi video. Dalle aree si moltiplicheranno così, verso le strade e i marciapiedi le impercettibili differenze degli scatti/scarti dei due/quattro elementi naturali, sorta di media-feedback urbano, fino alla rivelazione finale.

Dopo l’epoca della massificazione, la nuova società dell’informatizzazione pone al centro della scena il singolo individuo. Le cellule riciclanti potrebbero per questo avere un ruolo-guida. La scelta è per ora prerogativa di pochi, ma il corto circuito che essi oggi sembrano rivelarci suona come una inconsapevole predizione: l’overdose consumistica a cui siamo sottoposti presto risucchierà completamente il nostro habitat.

Le comunità del riciclo sono il primo embrione di una nuova coscienza sociale,le avvisaglie di una civiltà a noi prossima. Ma oggi dentro la società del consumo di massa, esse sono nascoste ai nostri sensi, frammentate dentro il quotidiano delle nostre abitazioni. Flebili segni lungo il tessuto urbano ce ne indicano la presenza. Sembrano suggerirci qualcosa, forse un nuovo modo di percepire il rapporto con il nostro pianeta. Secondo loro tutto può essere risorsa.  Anche i rifiuti.  Hanno sviluppato una maggiore consapevolezza: si sentono responsabili verso di essi.

 

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